Alcune direttrici ricordano
Chiara
Non era cominciata proprio bene la mia storia alla Casa Alpina;tra i miei primi ricordi c’è qualcuno malconcio e una macchina sfasciata,una di quelle che da settimane aravano il percorso tra Varedo e la Val Sozzine portando un manipolo di matti- giovani aclisti che santificavano le domeniche sbadilando vigorosamente e disputandosi martello,chiodi e pennelli,con assoluta parità di compiti ed imparziale distribuzione di oneri ed onori.
“Vieni a fare una passeggiata visto che ti piace la montagna”mi aveva detto Don Mario,e poi se ti va l’idea gli amici delle ACLI hanno bisogno di qualcuno che abbia tempo e magari un po’ di pratica,lavorerete insieme tu e la Jolanda.Non esitai un attimo ed appena fui lassù mi sentii gasata quanto i matti di cui sopra.Mi affibbiarono il titolo di “Direttrice”,perché fosse chiaro fin da subito che sarei stata responsabile del funzionamento della Casa quando fossero arrivati i primi ospiti.Povera mè se mi fosse mancata la loro(dei matti) cordiale,tempestiva ed allegra collaborazione,soprattutto quella della Jolanda sempre pronta a tirar su le maniche per gli straordinari,specialmente il sabato e la domenica quando non si finiva più di improvvisare posti a tavola,panini e brande per i Varedesi che salivano alla Casa Alpina sicuri di trovare aria buona ed una sana ed allegra compagnia ed,accontentandosi un po’, anche ospitalità condita con un piatto di bella cera.Tra i ricordi più immediati per mè,potrà far sorridere,ci sono il burro tenuto in fresco nel ruscello (il frigorifero arriverà più tardi)e le uova fresche carpite alla nostra vicina con corteggiamenti degni della più consumata diplomazia.
Sono grata quindi agli amici di allora di avermi ripescata tra le nebbie della bassa Magentina,ormai quarantenne e ampiamente madre, per fornirmi l’occasione di ricordare con loro quei momenti favolosi
Carla Boffi
Le giornate scorrevano veloci quasi mai tranquille,specie la domenica quando arrivavano genitori,parenti ed amici,Ambrogio,il cuoco, era sempre in agitazione,brontolava,poi era felice,quando la sera prima di partire,tutti si complimentavano per gli squisiti pranzetti.Durante la settimana Don Mario ci portava i rifornimenti di frutta e verdura,si informava dell’andamento della casa e ripartiva.Era il nostro collegamento con Varedo.Era lui che ci dava la carica e l’entusiasmo per continuare.Quanti ricordi,quanti arrivi e partenze.Quante conoscenze ed amicizie allacciate e che poi,col tempo,si sono approfondite.Quante strade di andata e ritorno a piedi da Ponte per fare la spesa!Allora non c’era sempre la macchina a disposizione.E poi le bellissime serate passate a cantare,ridere,scherzare!Erano i momenti più belli che facevano dimenticare la stanchezza della giornata
(Articoli di Chiara e di Carla boffi tratti dall’opuscolo che celebrava il ventennale della casa alpina)