Le Gite ed el prim risott

Le gite

I fogli di un intero quaderno non  basterebbero ad elencare le numerose gite e scalate fatte negli anni e che ebbero di volta in volta come meta lo spigolo del Castellaccio,la via degli Alpini,il Salimmo,il Corno D’Aola,il Presena,l’Adamello,il San Matteo,il Dosegù,il Tresero, il Cevedale,l’Ortles, la Presanella,ed altre meno impegnative,i laghi d’Avio,S Appolonia,il Tonale;si passavano lassù le feste di Natale,Pasqua e altre domeniche nell’arco dell’inverno.Gli amici della casa alpina nel frattempo aumentavano con le adesioni di gente da Seveso,Palazzolo M.,Santa Giuletta,in provincia di Pavia,Perticato Milano,ed altri,che venivano lasù pur sapendo di non trovare le comodità di casa,l’acqua corrente non c’era,la si prendeva nella fontanella scavata nel tronco di abete e spesso per la neve alta non si riusciva a portarla in casa se non con il rischio di un gelido bagno.Il riscaldamento era fatto con una rudimentale stufa a legna e carbone,il tutto portato da Varedo,con gli immaginabili problemi in cucina e per la pulizia personale.ma lo spirito e la voglia di partecipare erano tali da far passare in secondo piano tutti questi disagi

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El prim risott

Se c’è stato un episodio che possiamo mettere negli annali della Casa Alpina,credo che questo sia stata la prima volta che ci siamo messi a cucinare.Mi ricordo che quella domenica eravamo circa in una ventina,tutti avevano da fare,quando però,lo stomaco incominciò a fare i capricci,saltò fuori l’idea di cucinare:la maggioranza fù per un buon risotto alla milanese. E fù il caos,le donne sparirono?!?!?! E fra gli uomini incominciarono vivaci discussioni selle quantità.Alcuni proposero mezzo kg a testa, altri che ne sarebbe bastato un etto,, si decise,come al solito,”in medio stat veritas” due etti e mezzo a testa.All’inizio la tostatura sembrava una cosa da poco ma mano a mano che si aggiungeva l’acqua la pentola si riempiva a vista d’occhio qualcuno propose a questo punto di usare il badile per mescolare meglio.A 1300 metri la fame supera tutte le regole del perfetto manuale di arte culinaria e così ci sfamammo tutti come pure i maiali della Signora Luigina, gli scoiattoli e gli uccellini dell’intera Val Sozzine.
(tratto da un articolo di Giancarlo Boffi pubblicato sull’opuscolo che celebrava il ventennale della casa) 

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