Ponte di legno un esperienza irripetibile?
La casa alpina di Ponte di Legno è stata un momento di crescita collettiva e segno di quanto sia possibile realizzare se animati da un ideale di solidarietà vissuta in maniera autonoma ed è servita specialmente per i giovani,come punto di riferimento e di aggregazione per la creazione della sede ACLI,che tanta parte ha avuto nel movimento dei lavoratori a Varedo.
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Storia di una scelta
Raccontare come il consiglio ACLI sia giunto alla decisione di affittare una casa per le ferie sia compito arduo per i ricordi sfumati che mi sono rimasti.Eravamo allora stimolati dall’assistente di circolo Don Mario Colnaghi che ci spingeva a vivere insieme anche durante le vacanze quell’impegno sociale che ci portava ad amalgamare le nostre esperienze culturali,sociali,politiche e lavorative. Don Mario era venuto a sapere da Don Luigi,coadiutore a Limbiate,che da anni lui con i ragazzi dell’oratorio,passavano le vacanze in una baita a Ponte di legno in val Sozzine ma che erano intenzionati a cambiare zona, e ci spinse ad andare a vedere la casa..Si partì per Ponte il sabato della stessa settimana.Trovammo la baita appartata sopra un dolce declivio al margine di una pineta.La posizione era molto bella la “Baita” un po’ meno.Al piano terra c’era un locale in terra battuta,in un angolo una scala portava al primo piano con il pavimento in assi che lasciavano intravedere il locale sottostante.La nostra impressione fù di aver fatto un viaggio inutile e si considerò quella “Baita” inadeguata per una vacanza in comune.Seduti sconsolati su di una rudimentale panchina guardando in su vedemmo una casa poco lontano “Casa Alpina Vincenzo Zaglio” situata in altrettanta bella posizione.Ci girammo intorno,una porta sfondata ci permise di entrare.La prima impressione non fù del tutto favorevole;era meglio dell’altra aveva si pavimenti ed un locale cucina ma era sporca e malconcia,però si poteva provare.Chiudemmo tutto ed andammo in paese per cercare informazioni sul proprietario.Ci dissero che era la parrocchia di Ponte,.L’incontro con il parrocco fu cordiale,ci disse che la casa era a disposizione e la si poteva affittare per il periodo che decidevamo fossero uno o più anni.Il consiglio si radunò dopo pochi giorni e fù molto movimentato ma ormai l’idea della “Casa Alpina ACLI Varedo”andava concretizzandosi nella mente di quasi tutti i consiglieri ed i simpatizzanti del circolo. Si mise ai voti e vinsero con larga maggioranza i favorevoli alla realizzazione della “casa”.Rimanevano molti scogli da superare reperire i soldi per le prime spese ed i volontari per i primi lavori,ma stimolati da Don Mario e con l’entusiastica e numerosa partecipazione di consiglieri e volontari il sogno si realizzò
(Tratto da un articolo di Giancarlo Boffi pubblicato sull’opuscolo che celebrava il ventennale della casa)